mercoledì 6 febbraio 2008

La tragedia del povero Giuseppe Bucciaglia. A CHI SI DEVE LA SUA MORTE? E' UNA VERGOGNA!











IL POVERO BUCCIAGLIA E’ MORTO DOPO SEI GIORNI DI AGONIA!
RICEVUTO LO SFRATTO IL 29 GENNAIO(esecutivo il 4 febbraio)- SI E’ COSPARSO DI BENZINA DANDOSI FUOCO
UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA
Sms e appelli inviati dall’uomo al cronista che ha cercato di coinvolgere i media nazionali, quindi sensibilizzare le istituzioni
Sfrattato(con due figli affetti da tetraparesi spastica) dal sindaco dall’alloggio dell’IACP(Istituto Autonomo Case Popolari)
Gesto disperato di un uomo che difendeva la casa per i propri figli
L’indifferenza, negligenza e sordità delle istituzioni alla finestra a guardare il dramma
GLI ULTIMI ARTICOLI DEL CASO BUCCIAGLIA IGNORATI DA GIORNALI-RADIO E TV- CHE AVREBBERO POTUTO SALVARE LA VITA ALLA VITTIMA
30 gennaio 2008
Pignataro Maggiore(Caserta)- L’aveva preannunciato tante volte. Con disperati appelli ed sms, inviati allo scrivente. L’ha fatto. Giuseppe Bucciaglia, dipendente comunale di 46 anni, si è dato fuoco perché a carico della sua famiglia era stata emessa l’ennesima ordinanza di sfratto dall’alloggio di via Rabin. Una storia paradossale e piena di colpi di scena, tra magistratura penale, amministrativa e civile, che non ha trovato una soluzione. Infatti, il Comune di Pignataro Maggiore, in più occasioni aveva disposto lo sgombero coatto della famiglia Bucciaglia dall’alloggio che nel 2003 avevano occupato in via Rabin. Sgombero, più volte rinviato a causa delle varie sentenze della magistratura e dei vari interventi della Prefettura di Caserta. La travagliata storia di Giuseppe Bucciaglia ebbe inizio nel marzo del 2003, quando Giuseppe Bucciaglia, dipendente comunale con mansione di custode cimiteriale, occupò abusivamente un alloggio di proprietà dell’Iacp. Nel contempo, a seguito dell’occupazione abusiva della villetta, il Comune di Pignataro completava l’alloggio a proprie spese al fine di assicurate al nucleo familiare di Bucciaglia un ambiente di vita adeguato e dotato di idonee strutture prive di barriere architettoniche, garantendo le condizioni necessarie per la sopravvivenza di due dei quattro figli del dipendente comunale. Il paradosso si è verificato nel 2007, quando il Sindaco Magliocca, prima aveva assegnato alla famiglia Bucciaglia l’alloggio, perché consapevole che nella procedura di assegnazione, non era stata prevista la riserva per i portatori di handicap e poi emetteva un’ordinanza di sgombero, perché a suo dire: “Facendo seguito all’incontro tenuto in data 02.04.07. presso la Prefettura di Caserta nel corso del quale è stato trattato l’argomento di cui all’oggetto, e a precedente diffida di sgombero prot. N.2078 del 23.02.06 si diffida la S.V. occupante senza titolo, a rilasciare l’alloggio di proprietà dell’Iacp di Caserta sito in via I. Rabin, città, entro e non oltre il termine perentorio di 30 giorni dalla data di notifica della presente. In caso di inosservanza si procederà allo sgomberò coatto dopo aver provveduto alla migliore sistemazione dei figli ai sensi dell’art. 403 del Codice Civile”. A questo punto il Bucciaglia, assistito dagli avvocati Giuseppe e Pietro Romano e Gianfranco D’Angelo, presentò un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, richiedendo l’annullamento dell’ordinanza di sfratto. Il ricorso al Tar venne accolto al fine di garantirgli “tempo materiale” per riuscire a trovare un alloggio alternativo a quello occupato e che potesse soddisfare le esigenze della famiglia Bucciaglia con due figli con gravi handicap. In pratica al Bucciaglia venne concessa una proroga di sei mesi al fine di consentirgli la ricerca di un’abitazione fornita di rampe di accesso e bagni per disabili. Bucciaglia, fino a poco prima del gesto esteremo, è stato impegnato infruttuosamente alla ricerca di un appartamento disponibile a fitto e che potesse ospitare i suoi figli affetti da gravi handicap. Poco prima delle 15,00, dopo aver ricevuto l’ennesima ordinanza di sfratto, a firma del Sindaco Magliocca, inerme di fronte ad un’introvabile soluzione, è uscito di casa, e lungo il viale delle palazzine dell’Iacp, si è prima cosparso di benzina e poi si è dato fuoco. Intervenuti prontamente un vicino di casa, Antonio Schettini, ed un Carabiniere in servizio presso la locale Stazione, che incuranti del pericolo, si sono lanciati sul corpo di Bucciaglia che nel frattempo era divento una torcia umana. Sul posto, giungeva l’ambulanza del 118, che- dopo aver prestato le prime cure sanitarie in loco, scortata dai Carabinieri ed a sirene spiegate, si dirigeva all’ospedale San Sebastiano e Sant’Anna di Caserta, dove veniva ricoverato in terapia intensiva, con gravi ustioni di terzo grado su tutto il corpo e vari organi interni danneggiati dalle fiamme, perché Bucciaglia, oltre a cospargersi di benzina indossava una tuta di materiale sintetico. I medici dell’ospedale Cardarelli hanno tentato invano di strapparlo dalla morte, giunta ieri dopo sei giorni di agonia. Bucciaglia, dipendente comunale, sposato con Antonietta Zaccariello, casalinga, con quattro figli di cui due con handicap al 100% e con gravi problemi motori, ed in particolare affetti da “tetraparesi spastica” ed “idrocefalo”, con questo gesto estremo,togliendosi la vita, credeva di risolvere il problema della casa. Una storia particolare quella della famiglia di Giuseppe Bucciaglia, che si trascina da anni sotto gli occhi di tutti e soprattutto sotto la negligenza, l’indifferenza e la sordità delle istituzioni. Senza poi parlare dell’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, condotte dal Pubblico Ministero, Luigi Landolfi, che vede protagonista il Bucciaglia ed il Sindaco Magliocca. In particolare, quest’ultimo, avrebbe ricevuto dei soldi in cambio dell’assegnazione definitiva dell’alloggio al Bucciaglia, oltre che a due casi di violazione della legge elettorale ed il reato di falso. La casa è un problema di tutti, la casa deve essere un diritto per tutti ed in particolar modo delle famiglie con minori e portatori di handicap, ma queste belle parole vengono smentite dai fatti che hanno coinvolto in prima persona la famiglia di Giuseppe Bucciaglia che per anni e senza nessun risultato, ha cercato una casa adeguata ai gravi handicap dei suoi figli, senza rivedere nessun aiuto dalle Istituzioni tutte, anzi stavano tutte contro di lui. La storia della famiglia Bucciaglia è una storia triste e di abbandono e per questi motivi avevamo raccolto il loro ultimo e disperato appello: “Io, Giuseppe Bucciaglia, padre di quattro figli, di cui due con gravi handicap, mi appello a tutte le Istituzioni, allo scopo di far bloccare l’ordinanza di sgombero promossa dallo stesso Sindaco, che prima mi fece occupare l’alloggio, requisendolo ed assegnandomelo, ed oggi, ci vuole cacciare di casa. Non sono mai stato un occupante abusivo, visto che pago ogni mese alle casse comunali regolarmente l’affitto di 252 euro mensili. In realtà, dietro questa scelta di sgomberare la mia famiglia dall’alloggio di via Rabin c’è una probabile speculazione, come accerterà la magistratura. Quindi, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, chiedo alle istituzioni preposte, la revoca dello sgombero per dare tempo alla giustizia di fare i dovuti accertamenti. Non lascerò la mia casa di via Rabin, perché sono anni che cerco una alloggio alternativo che possa soddisfare le esigenze dei miei figli con gravi handicap. Il Sindaco, solo con l’uso della forza, potrà cacciarci fuori di casa. La casa è un problema di tutti, la casa deve essere un diritto per tutti ed in particolar modo delle famiglie con minori e portatori di handicap. Le mie sono delle legittime rivendicazioni, resisteremo e chiediamo la solidarietà di tutti. Attendiamo fiduciosi risposte da parte di tutte le istituzioni”. Infatti, in merito alla questione giudiziaria, tra il Bucciaglia ed il Sindaco Magliocca, da una nota del Comitato anticamorra di Pignataro Maggiore, apprendiamo che: Concluse le indagini preliminari del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottor Luigi Landolfi, per il cosiddetto “caso Bucciaglia” a carico del sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca (che è anche capogruppo di An al Consiglio provinciale), accusato tra l'altro di corruzione. Ricevuto l'avviso, Magliocca - assistito dall'avvocato Filippo Trofino - avrà venti giorni per far sentire le proprie ragioni con un nuovo interrogatorio o presentando memorie difensive; poi il pubblico ministero potrà chiedere o l'archiviazione delle accuse o il processo a carico del sindaco. Giorgio Magliocca è indagato perché in concorso con il dipendente comunale Giuseppe Bucciaglia, con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in qualità di sindaco del Comune di Pignataro Maggiore riceveva dallo stesso Bucciaglia la somma di cinquemila Euro, dopo aver compiuto atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nel consentire al dipendente comunale di occupare abusivamente l'alloggio di proprietà dello Iacp con attrezzatura per disabili sito alla via Rabin, alloggio fatto completare a spese del Comune mentre era giù occupato abusivamente da Giuseppe Bucciaglia. Fatti del marzo 2003. Come si ricorderà, quando si diffuse la notizia delle indagini Giorgio Magliocca fece sapere a mezzo stampa di essere convinto della immediata archiviazione del “caso”. Da allora, però, dopo un drammatico confronto con Giuseppe Bucciaglia e altre denunce del dipendente comunale, all'originaria accusa di corruzione si sono aggiunti altri tre siluri all'indirizzo del sindaco. E così il pubblico ministero ha contestato a Magliocca pure due casi di violazione della legge elettorale e il reato di falso. Con riferimento al maggio 2005, Magliocca è indagato perché in qualità di candidato alla carica di consigliere provinciale, per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale del dipendente comunale, prometteva allo stesso Giuseppe Bucciaglia utilità consistita nel consentirgli di continuare ad occupare abusivamente l'alloggio dell'Iacp. Relativamente al maggio del 2006, Giorgio Magliocca è indagato perché in qualità di candidato alla carica di sindaco di Pignataro Maggiore, per ottenere a proprio ed altrui vantaggio il voto elettorale di Giuseppe Bucciaglia alla sua lista, prometteva al dipendente comunale utilità consistita nel consentirgli di continuare ad occupare abusivamente l'alloggio di proprietà dell'Iacp. Il riferimento ad un vantaggio “altrui” potrebbe riguardare la preferenza che Giuseppe Bucciaglia espresse – dice il dipendente comunale nella sua denuncia – a favore di uno dei candidati della lista del centrodestra, “Alleanza civica per le libertà”, Pietro Ricciardi (che non fu eletto). Va detto che in nessun modo Pietro Ricciardi – recentemente nominato da Magliocca nel consiglio d'amministrazione dell'azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, “Patrimonio Pignataro srl” - risulta coinvolto nell'inchiesta per il “caso Bucciglia”. Il dipendente comunale denunciante, infatti, ha dichiarato al magistrato che ogni responsabilità è da attribuire all'attuale sindaco e che Pietro Ricciardi (molto conosciuto perché è editore e direttore editoriale della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it) era all'oscuro della promessa elettorale. Secondo quanto è stato possibile apprendere, Giuseppe Bucciaglia avrebbe consegnato al pubblico ministero una fotografia con la scheda votata e recante la scritta con la preferenza “Ricciardi”. Poi c'è l'accusa di falso, per fatti del 22 maggio 2006. Magliocca è indagato per aver firmato un mandato ad litem a margine del ricorso nella forma di motivi aggiunti nell'interesse di Giuseppe Bucciaglia, contraffatto in ogni sua parte, depositato al Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli. Gli accertamenti su quest'ultima vicenda sono stati fatti il 18 dicembre 2007. Anche Giuseppe Bucciaglia attende le decisioni del pubblico ministero – richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio – sia quale denunciante sia perché è a sua volta indagato. Il dipendente comunale – assistito dall'avvocato Pietro Romano – è indagato perché in concorso con Giorgio Magliocca, con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi consegnava a Giorgio Magliocca quale sindaco di Pignataro Maggiore la somma di cinquemila Euro dopo che questi aveva compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio consistiti nel consentire allo stesso Giuseppe Bucciaglia di occupare abusivamente l'alloggio di proprietà dello Iacp con attrezzatura per disabili sito alla via Rabin, alloggio fatto completare a spese del Comune, mentre lo stesso era già occupato abusivamente da Bucciaglia”. Ed ancora, l’avvocato Gianfranco D’Angelo che assiste la famiglia per la questione giudiziaria avviata al Tribunale Amministrativo Regionale di Napoli, in merito riferisce che la Quinta Sezione del Tar della Regione Campania, aveva sospeso l’ordinanza dell’ordinanza n. 99 del 3 luglio 2007, a firma del Sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, che disponeva lo sgombero coatto a carico di Giuseppe Bucciaglia e famiglia dall’immobile di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Caserta sito in via Rabin. La sospensiva dell’ordinanza di sgombero coatto (D.P. n.2165/2007, è stata emessa dal dottor Carlo D'Alessandro, presidente della Quinta Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Regione Campania, con sede a Napoli, nella quale si legge: “Visto l’8° comma dell’art. 21 della legge 6.12.1971 n1034 come modificato dalla legge 21.07.200 n.205; visto il ricorso 1381/2006, proposto dal Bucciaglia Giuseppe, rappresentato e difeso dall’avvocato Gianfranco D’Angelo contro il Comune di Pignataro Maggiore; per l’annullamento previa sospensione dell’efficacia esecutiva, dell’ordinanza n.99 del 03.07.2007, a firma del Sindaco del Comune di Pignataro Maggiore, con la quale si ordinava al ricorrente di rilasciare l’immobile di proprietà dell’Iacp, disponendo altresì, nel caso di inottemperanza, lo sgombero coatto alla ore 8,00 del giorno 23.07.2007; vista l’istanza depositata il 17.07.2007 con la quale l’avvocato Gianfranco D’Angelo, procuratore della parte ricorrente, chiede l’adozione delle misure cautelari provvisorie; considerato che la predetta istanza possa trova accoglimento in relazione alle ragioni rappresentate e che, pertanto, il provvedimento impugnato debba rimanere sospeso fino alla pronuncia cautelare nella camera di Consiglio del 06.09.2007; accoglie l’istanza indicata in premessa sino alla Camera di Consiglio del 06.09.2007”. Il caso giudiziario, entrato poi nel merito della questione, con la discussione in camera di consiglio, nel mese di settembre, terminò con ulteriore sospensiva di 150 giorni allo scopo di consentire al Bucciaglia di trovare un’altra sistemazione abitativa per la proprio famiglia, con scadenza al 4 febbraio 2008.
BUCCIAGLIA STORY: ARTICOLI E APPELLI
18 giugno 2007
Istituzioni irremovibili nei riguardi di una sfortunata famiglia
L’ordinanza di sfratto ricevuta dal Comune ha gettato nella disperazione totale una famiglia composta da quattro figli(due dei quali disabili)
AIUTATECI A NON FINIRE IN MEZZO ALLA STRADA, EVITERETE UNA TRAGEDIA!
Dovranno lasciare l’alloggio dell’IACP costruito per disabili
Il capofamiglia si è incatenato inutilmente al cancello della Prefettura minacciando di togliersi la vita
Pignataro Maggiore (Caserta)- Una vita difficile, complicata- quella vissuta dalla sfortunata famiglia Bucciaglia, padre, madre e quattro figli-due dei quali portatori di gravi handicap. Un nucleo familiare che ha perso serenità e voglia di vivere dopo l’ordinanza di sfratto n. 1864 ricevuta dalla casa comunale. Un linguaggio crudo, istituzionale.
Atto dovuto, quello del sindaco- che ha applicato la legge- per mettersi in regola- senza abbandonarsi a sentimentalismi.
Realtà, immagini forti di una condizione familiare- che però, due anni fa avevano fatto presa nell’animo del sindaco Giorgio Magliocca- oggi costretto dalla legge ad emettere un provvedimento così crudele. Il tutto ha inizio nei primi giorni del gennaio 2004- quando Giuseppe Bucciaglia, 44 anni custode cimiteriale, con la moglie Antonietta ed i figli (A. e A., gemelli di sedici anni, A. 15 anni e C. 12 anni) occupano abusivamente uno degli otto appartamenti IACP(Istituto Autonomo Case Popolari)- di nuova costruzione in Via Isac Rabin.
A seguito dell'occupazione, il primo cittadino, requisì l'alloggio con Ordinanza n. 6 del 30.01.2004 destinandolo provvisoriamente al nucleo familiare di Giuseppe Bucciaglia.
SOGNO SVANITO
Essendo stato uno degli otto alloggi realizzato espressamente per ospitare persone disabili (rampe di accesso all'appartamento, bagni per disabili, rampe d’accesso al giardino ecc ecc) e non essendoci tra gli aspiranti in graduatoria che avessero disabili nel proprio nucleo familiare, era nelle speranze di Bucciaglia poter continuare a consentire ai propri figli una vita dignitosa malgrado i gravi handicap.
Ma il sogno di continuare a vivere in quella casa- comincia ad incrinarsi nell’estate scorsa- dopo aver ricevuto una raccomandata inviata dal Commissario Prefettizio intenzionato a rendere esecutiva la procedura per l’ assegnazione degli alloggi IACP- che prevedeva l’esclusione di Bucciaglia – che nei mesi scorsi –ha ricevuto l’ordinanza di sfratto da eseguire entro trenta giorni. “Sentenza” che ha mandato l’uomo completamente in tilt- arrivato ad un passo dal suicidio.
L’uomo pochi giorni fa telefona ad un amico confidando di voler compiere un terribile gesto. “Mi trovavo a Roma per lavoro- spiega Pietro Ricciardi- perito informatico- quando ho ricevuto la telefonata di Giuseppe- che subito mi ha detto: “ tra poco mi cospargo di benzina e mi d fuoco”- Sono stati attimi terribili, momenti indescrivibili che non auguro a nessuno di vivere. Ho cercato di calmarlo, rassicurarlo- dicendogli che tutto si sarebbe risolto. Ho preso tempo- e con l’altro telefonino(interrompendo la comunicazione per qualche secondo)- ho chiamato la polizia- immediatamente recatasi a casa di Giuseppe- che fortunatamente è vivo e vegeto”.
Adesso- continua Ricciardi- dobbiamo aiutare questa famiglia sfortunata- credo che gli errori commessi, i difetti(chi di noi non ne ha)- non devono complicare ancora di più la vita di questa famiglia- che deve pensare a curare i due sfortunati ragazzi- senza lo spettro di finire in strada.
CASO ESTREMO
“Aiutateci, dateci una mano- vi prego”- supplica con gli occhi lucidi Giuseppe Bucciaglia- incatenatosi davanti alla Prefettura di Caserta- che gira con una macchina tappezzata di appelli. -altrimenti finiremo in mezzo alla strada. La sua Ford, tappezzata di manifestini che testualmente enunciano: “Cerchiamo casa. Il Prefetto ed il Sindaco ci vogliano cacciare fuori. Sos famiglia Bucciaglia. Sindaco, vergognati, non conosci l’umanità”. Qui a Pignataro è praticamente impossibile trovare una casa come questa- con rampe di accesso all’appartamento, giardino e con bagni per disabili. Questo appartamento è stato realizzato per i diversamente abili- e qui in paese di situazioni gravi come la nostra non ce ne sono.
D’accordo che le leggi devono essere rispettate- ma nei casi estremi vanno applicate con un pizzico di buonsenso. Noi vogliamo rimanere qui, e pagare i 252,00 mensili – che è l’indennità di requisizione- prevista nell’Ordinanza Sindacale 2004.
Non è umano buttarci in mezzo alla strada con due bambini con gravi handicap- sottolinea con un filo di voce- la moglie Antonietta. Aiutateci ora, altrimenti sarà troppo tardi. Una frase conclusiva a dir poco inquietante.
Due dei figli dei coniugi Bucciaglia con handicap al 100%, hanno gravi problemi motori. Uno è affetto da tetraparesi spastica e necessita di cure giornaliere presso un centro specializzato. La tetraparesi spastica rientra nel quadro della paralisi cerebrale infantile, che determina in età adolescenziale la quasi totale infermità fisica e mentale. La storia della famiglia Bucciaglia è una storia triste e di abbandono, che si trascina da anni sotto gli occhi di tutti e soprattutto sotto la negligenza, l’indifferenza e la sordità delle istituzioni
19 luglio 2007
Lo sfrattano e lui tenta di uccidersi
Pignataro Maggiore(Caserta). Una storia triste costellata di disagi, aspettative e speranze quella di cui è protagonista un quarantatreenne di Pignataro Maggiore. Come il sogno svanito, di fronte all’impellente realtà dello sfratto, di una casa tutta sua, dentro la quale accudire e crescere i propri figli, nati - per uno strano scherzo del destino - tutti con forme di disabilità. E al cospetto dell’ennesima difficoltà, l’uomo non ha trovato soluzione, se non quella di tentare di porre fine alla propria esistenza, alla propria interiore agonia. Giuseppe Bucciaglia, 43 anni, residente a Pignataro Maggiore, dipendente del Comune con mansione di guardiano del cimitero, ha così tentato il suicidio, fermandosi, a bordo della propria autovettura Ford Mondeo, sui binari della linea ferroviaria Roma-Napoli, in attesa del passaggio di quel treno che avrebbe d’improvviso cancellato la sua esistenza. Un’azione fortunatamente notata da un residente della zona, che ha non ha esitato ad avvertire immediatamente i centralini del 112. Sul posto sono intervenute tempestivamente le pattuglie dei carabinieri della locale stazione e quelle del nucleo radiomobile della compagnia di Capua. Nel frattempo, con il tramite della sezione della polizia ferroviaria di Caserta, veniva imposto ai treni, lungo la tratta interessata e in entrambe le direzioni, il divieto di transito. Benché scongiurato il pericolo dell’improvviso passaggio di convogli, ai militari dell’Arma è comunque spettato il delicato compito di riportare alla ragione il quarantatreenne. Poche ma concitate parole quelle pronunciate dall’uomo, colto peraltro da una comprensibile esigenza di motivare le ragioni del proprio gesto. Ha, infatti, riferito di essere sposato e padre di tre minorenni, tutti affetti da gravi forme di handicap. Una situazione familiare difficile, alla quale si sono aggiunti i problemi economici, tanto da indurre l’uomo a occupare abusivamente diversi appartamenti, fino a sistemarsi definitivamente in un’abitazione nel quartiere popolare compreso nella zona territoriale identificata con il nome di area 167. L’inevitabile ordinanza di sfratto, resa esecutiva la scorsa settimana, ne ha però provocato un crollo psicologico, dal quale l’uomo non è riuscito a venir fuori. Ha così tentato il suicidio e ha cercato di farlo proprio intorno alla mezzanotte, in un orario che gli avrebbe permesso di agire lontano da sguardi indiscreti. Una storia dai contenuti drammatici quella raccontata, con toni di rassegnazione, dal quarantatreenne ai carabinieri. Il colloquio con gli attenti interlocutori dell’Arma è durato circa un’ora, il tempo della sua momentanea consegna alla locale stazione. Non si è reso necessario il ricovero presso una struttura sanitaria. Ascoltato ulteriormente dagli inquirenti, l’uomo è, infatti, apparso perfettamente lucido e cosciente. È stato, infine, accompagnato presso l’abitazione di alcuni parenti, dove ha trovato ad attenderlo tutta la famiglia.
13 febbraio 2007
L’ODISSEA DELLA FAMIGLIA BUCCIAGLIA
Commozione, dolore, strazio. Sono questi i sentimenti che si provano entrando in casa di Giuseppe Bucciaglia, dipendente comunale, padre di quattro stupendi bambini, di cui due diversamente abili.La storia che ci accingiamo a raccontare è nota agli utenti più affezionati del nostro sito inizia qualche anno fa. Il gennaio 2004 Giuseppe Bucciaglia, con la sua famiglia, occupò uno degli appartamenti IACP in via Rabin.Il 17-2-2006, l'allora Commissario Prefettizzio, dott. Paolino Maddaloni, con nota prot. n. 1864, fece pervenire un'ordinanza di sfratto da eseguire entro trenta giorni dalla data di notifica. Fu in questa occasione che, come portale, ci occupammo per la prima volta del dramma familiare di Giuseppe Bucciaglia.All'ordinanza fece seguito, in data 24 febbraio, una ulteriore diffida a lasciare l'appartamento entro 20 giorni.Fin qui una descrizione quasi "sterile" dei fatti, che culmina con la minaccia di suicidio da parte del capofamiglia che, in preda alla disperazione, dice di volersi dare fuoco.A nulla sono valsi i tentativi di trovare una sistemazione altrettanto dignitosa che pure il nostro concittadino ha fatto.Contro la disposizione del Commissario Maddaloni, la famiglia Bucciaglia, presentò, all'epoca, un ricorso al Tar, affidandosi all'avv. Romano. La prima udienza, fissata per il 23 marzo 2006, venne rinviata a data da stabilirsi.Non sappiamo se anche la seconda udienza, fissata per il giorno 8 giugno 2006, sia stata rinviata. Di certo, ad ormai un anno di distanza, l'unica certezza è che la famiglia Bucciaglia vive ancora col patema di poter essere cacciata fuori di casa, malgrado in tutto il paese e nell'intero circondario, con esista una casa con i requisiti per accogliere portatori, purtroppo, di un gravissima forma di handicap.La vicenda Bucciaglia non può essere valutata solo attraverso le fredde carte di un tribunale. Bisogna compenetrarsi nel dramma umano di un padre che ha il dovere, morale e civile, di garantire ai propri bimbi, ancor più se portatori di handicap, una vita dignitosa. In questo percorso Comune, Prefettura, Tar e tutti gli "enti di prossimità" hanno l'obbligo di sostenere questa famiglia che sembra essere sempre in bilico.
19 luglio 2007
Istituzioni irremovibili nei riguardi di una sfortunata famiglia
L’ordinanza di sfratto ricevuta dal Comune ha gettato nella
disperazione totale una famiglia composta da quattro figli(due dei
quali disabili)
AIUTATECI A NON FINIRE IN MEZZO ALLA STRADA, EVITERETE UNA TRAGEDIA!
Dovranno lasciare l’alloggio dell’IACP costruito per disabili
Il capofamiglia si è incatenato inutilmente al cancello della
Prefettura minacciando di togliersi la vita
Pignataro Maggiore (Caserta)- Una vita difficile, complicata- quella
vissuta dalla sfortunata famiglia Bucciaglia, padre, madre e quattro
figli-due dei quali portatori di gravi handicap. Un nucleo familiare
che ha perso serenità e voglia di vivere dopo l’ordinanza di sfratto n.
1864 ricevuta dalla casa comunale. Un linguaggio crudo, istituzionale.
Atto dovuto, quello del sindaco- che ha applicato la legge- per
mettersi in regola- senza abbandonarsi a sentimentalismi.
Realtà, immagini forti di una condizione familiare- che però, due anni
fa avevano fatto presa nell’animo del sindaco Giorgio Magliocca- oggi
costretto dalla legge ad emettere un provvedimento così crudele. Il
tutto ha inizio nei primi giorni del gennaio 2004- quando Giuseppe
Bucciaglia, 44 anni custode cimiteriale, con la moglie Antonietta ed i
figli (Antonio e Alberto, gemelli di sedici anni, Anna, 15 anni e
Concetta 12 anni) occupano abusivamente uno degli otto appartamenti
IACP(Istituto Autonomo Case Popolari)- di nuova costruzione in Via Isac
Rabin.
A seguito dell'occupazione, il primo cittadino, requisì l'alloggio con
Ordinanza n. 6 del 30.01.2004 destinandolo provvisoriamente al nucleo
familiare di Giuseppe Bucciaglia.
SOGNO SVANITO
Essendo stato uno degli otto alloggi realizzato espressamente per
ospitare persone disabili (rampe di accesso all'appartamento, bagni per
disabili, rampe d’accesso al giardino ecc ecc) e non essendoci tra gli
aspiranti in graduatoria che avessero disabili nel proprio nucleo
familiare, era nelle speranze di Bucciaglia poter continuare a
consentire ai propri figli una vita dignitosa malgrado i gravi
handicap.
Ma il sogno di continuare a vivere in quella casa- comincia ad
incrinarsi nell’estate scorsa- dopo aver ricevuto una raccomandata
inviata dal Commissario Prefettizio intenzionato a rendere esecutiva la
procedura per l’ assegnazione degli alloggi IACP- che prevedeva
l’esclusione di Bucciaglia – che nei mesi scorsi –ha ricevuto
l’ordinanza di sfratto da eseguire entro trenta giorni. “Sentenza” che
ha mandato l’uomo completamente in tilt- arrivato ad un passo dal
suicidio.
L’uomo pochi giorni fa telefona ad un amico confidando di voler
compiere un terribile gesto. “Mi trovavo a Roma per lavoro- spiega
Pietro Ricciardi- perito informatico- quando ho ricevuto la telefonata
di Giuseppe- che subito mi ha detto: “ tra poco mi cospargo di benzina
e mi d fuoco”- Sono stati attimi terribili, momenti indescrivibili che
non auguro a nessuno di vivere. Ho cercato di calmarlo, rassicurarlo-
dicendogli che tutto si sarebbe risolto. Ho preso tempo- e con l’altro
telefonino(interrompendo la comunicazione per qualche secondo)- ho
chiamato la polizia- immediatamente recatasi a casa di Giuseppe- che
fortunatamente è vivo e vegeto”.
Adesso- continua Ricciardi- dobbiamo aiutare questa famiglia
sfortunata- credo che gli errori commessi, i difetti(chi di noi non ne
ha)- non devono complicare ancora di più la vita di questa famiglia-
che deve pensare a curare i due sfortunati ragazzi- senza lo spettro di
finire in strada.
CASO ESTREMO
“Aiutateci, dateci una mano- vi prego”- supplica con gli occhi lucidi
Giuseppe Bucciaglia- incatenatosi davanti alla Prefettura di Caserta-
che gira con una macchina tappezzata di appelli. -altrimenti finiremo
in mezzo alla strada. La sua Ford, tappezzata di manifestini che
testualmente enunciano: “Cerchiamo casa. Il Prefetto ed il Sindaco ci
vogliano cacciare fuori. Sos famiglia Bucciaglia. Sindaco, vergognati,
non conosci l’umanità”. Qui a Pignataro è praticamente impossibile
trovare una casa come questa- con rampe di accesso all’appartamento,
giardino e con bagni per disabili. Questo appartamento è stato
realizzato per i diversamente abili- e qui in paese di situazioni gravi
come la nostra non ce ne sono.
D’accordo che le leggi devono essere rispettate- ma nei casi estremi
vanno applicate con un pizzico di buonsenso. Noi vogliamo rimanere qui,
e pagare i 252,00 mensili – che è l’indennità di requisizione- prevista
nell’Ordinanza Sindacale 2004.
Non è umano buttarci in mezzo alla strada con due bambini con gravi
handicap- sottolinea con un filo di voce- la moglie Antonietta.
Aiutateci ora, altrimenti sarà troppo tardi. Una frase conclusiva a dir
poco inquietante.
Due dei figli dei coniugi Bucciaglia con handicap al 100%, hanno gravi
problemi motori. Uno è affetto da tetraparesi spastica e necessita di
cure giornaliere presso un centro specializzato. La tetraparesi
spastica rientra nel quadro della paralisi cerebrale infantile, che
determina in età adolescenziale la quasi totale infermità fisica e
mentale. La storia della famiglia Bucciaglia è una storia triste e di
abbandono, che si trascina da anni sotto gli occhi di tutti e
soprattutto sotto la negligenza, l’indifferenza e la sordità delle
istituzioni
Giuseppe Sangiovanni
Una storia drammatica e commovente, quella della famiglia di Giuseppe Bucciaglia, dipendente comunale e padre di due bambini con gravi handicap, che da anni vive in uno degli otto alloggi I.A.C.P., destinato ad ospitare i portatori di handicap, sito in via Rabin nella zona 167 di Pignataro Maggiore. La questione appariva chiarità, fino a qualche settimana fa,quando il Bucciaglia, venne convocato dal Sindaco di Pignataro Maggiore, l’avvocato Giorgio Magliocca, che gli faceva sapere che a breve tempo doveva farsi le valigie perché costretto a firmare l’ordinanza di sgombero nei suoi confronti. Il Bucciaglia, appresa la notizia, avvertì un malore, per poi chiamare il suo legale, l’avvocato Giuseppe Romano del Foro di Santa Maria Capua Vetere. Il Sindaco, fece presente che la disposizione giunse dal Prefetto di Caserta, in persona, e che lui non poteva farci nulla. A questo punto, Bucciaglia, padre di quattro figli, di cui due portatori di gravi handicap, inizia la sua protesta pacifica, perché convinto che l’alloggio da lui occupato fu realizzato espressamente per ospitare persone disabili, e non essendoci tra gli aspiranti in graduatoria che tengono disabili gravi nel proprio nucleo familiare, può consentire ai propri figli una vita decorosa nell’alloggio che aveva occupato nel gennaio 2004. Infatti, Bucciaglia, custode cimiteriale di Pignataro Maggiore, tappezzò la sua autovettura di manifesti e sé né andava in giro per il paese alla ricerca di qualche alloggio prima che gli venga formalizzato lo sfratto. La sua Ford, tappezza di manifestini che testualmente enunciano: “Cerchiamo casa. Il Prefetto ed il Sindaco ci vogliano cacciare fuori. Sos famiglia Bucciaglia. Sindaco, vergognati, non conosci l’umanità”. Infatti, il Bucciaglia, per ben due volte, nel giro di 15 giorni, attuò un pacifica protesta davanti ai cancelli della Prefettura di Caserta, incutendosi insieme alla sua famiglia. Riuscì, quindi, a parlare con il Prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, che gli assicurò che dietro questa vicenda non c’era l’organo territoriale di governo, ma solamente il Comune di Pignataro Maggiore. Una storia strana quella dell’alloggio occupato dal Bucciaglia in via Rabin, visto che il Sindaco Magliocca, prima lo assegna al nucleo familiare in questione, perché consapevole che nella procedura di assegnazione, non era stata prevista la riserva per i portatori di handicap ed oggi, nella sua ordinanza di sgombero del 18/05/2005, precisa: “alloggio occupato senza titolo”. È prevista per martedì prossimo lo sgomberò coatto dell’intera famiglia. Si legge dall’ordinanza sindacale: “Facendo seguito all’incontro tenuto in data 02.04.07. presso la Prefettura di Caserta nel corso del quale è stato trattato l’argomento di cui all’oggetto, e a precedente diffida di sgombero prot. N.2078 del 23.02.06 si diffida la S.V. occupante senza titolo, a rilasciare l’alloggio di proprietà dell’Iacp di Caserta sito in via I. Rabin, città, entro e non oltre il termine perentorio di 30 giorni dalla data di notifica della presente. In caso di inosservanza si procederà allo sgomberò coatto dopo aver provveduto alla migliore sistemazione dei figli ai sensi dell’art. 403 del Codice Civile”. Infatti, Bucciaglia, non vuole lasciare l’alloggio e quindi martedì, il Comune di Pignataro, provvederà allo sgombero. La questione Bucciaglia, parte a seguito dell'occupazione, con l’ordinanza n. 6 del 30.01.2004, quando il Sindaco Giorgio Magliocca, lo stesso che oggi lo vuole cacciare, requisì l'alloggio destinandolo alla famiglia Bucciaglia. Il Comune di Pignataro Maggiore, venne poi commissariato, ed il 17-2-2006, il Commissario Prefettizio, Paolino Maddaloni, con nota avente protocollo numero 1864, fece pervenire un'ordinanza di sfratto da eseguire entro trenta giorni dalla data di notifica, cui fece seguito una diffida a lasciare l'appartamento entro 20 giorni, in data 24 febbraio 2006. A questo punto Bucciaglia, si appella al Tribunale Amministrativo Regionale di Napoli richiedendo l’annullamento dell'ordinanza di sfratto e da quella occasione, è rimasto nell’abitazione di via Rabin, peraltro fornita di rampe di accesso e bagni per disabili, in attesa della sentenza, continuando a pagare all’erario comunale il cannone mensile di allocazione pari a 252 euro mensili, mentre prosegue nella sua infruttuosa ricerca di un appartamento disponibile per il fitto e che possa ospitare i suoi bambini affetti da gravi handicap. Giuseppe Bucciaglia, dipendente comunale, insieme alla sua consorte, Antonietta Zaccariello, casalinga, attraverso la sua protesta, questa volta pacifica, in considerazione di quello che si verificò nel marzo dell’anno scorso, quando minaccio di darsi fuoco e fu salvato della Polizia di Stato del Commissariato di Santa Maria Capua Vetere, si appella al Prefetto di Caserta, S.E. Maria Elena Stasi, perché non lo caccino di casa e che non gli vengano tolti i figli. Infatti, qualcuno, ha anche asserito, portando maggiori preoccupazioni ai coniugi Bucciaglia che se non lasciano l’alloggio, nei tempi dovuti dalla legge, i figli gli verranno tolti. Due dei figli del Bucciaglia con handicap al 100%, hanno gravi problemi motori. Uno è affetto da tetaparesi spastica e necessita di cure giornaliere presso un centro specializzato. La tetaparesi spastica rientra nel quadro della paralisi cerebrale infantile, che determina in età adolescenziale la quasi totale infermità fisica e mentale. La storia della famiglia Bucciaglia è una storia triste e di abbandono, che si trascina da anni sotto gli occhi di tutti e soprattutto sotto la negligenza, l’indifferenza e la sordità delle istituzioni. Infatti, il Bucciaglia, da anni va alla ricerca di una casa al piano terra o un’abitazione senza barriere architettoniche dove è possibile predisporre un ascensore.
17 giugno 2006
Appello alle Istituzioni. Io, Giuseppe Bucciaglia, padre di quattro figli, di cui due con gravi handicap, mi appello a tutte le Istituzioni, allo scopo di far bloccare l’ordinanza di sgombero promossa dallo stesso Sindaco, che prima mi fece occupare l’alloggio, requisendolo ed assegnandomelo, ed oggi, ci vuole cacciare di casa. Ho anche denunciato presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, lo stesso sindaco, per ragioni che per ora sono vincolate dal segreto istruttorio. Non sono mai stato un occupante abusivo, visto che pago ogni mese alle casse comunali regolarmente l’affitto di 252 euro mensili. In realtà, dietro questa scelta di sgomberare la mia famiglia dall’alloggio di via Rabin c'è una probabile speculazione, come accerterà la magistratura. Quindi, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, chiedo alle istituzioni preposte, la revoca dello sgombero per dare tempo alla giustizia di fare i dovuti accertamenti. Non lascerò la mia casa di via Rabin, perché sono anni che cerco una alloggio alternativo che possa soddisfare le esigenze dei miei figli con gravi handicap. Il Sindaco, solo con l'uso della forza, potrà cacciarci fuori di casa. La casa è un problema di tutti, la casa deve essere un diritto per tutti ed in particolar modo delle famiglie con minori e portatori di handicap. Le mie sono delle legittime rivendicazioni, resisteremo e chiediamo la solidarietà di tutti. Attendiamo fiduciosi risposte da parte di tutte le istituzioni.
Giuseppe Bucciaglia

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