Nove giorni prima di darsi fuoco – disperato gesto del 29 gennaio 2008 che lo avrebbe portato alla morte dopo una settimana di terribile agonia, il 5 febbraio 2008 – Giuseppe Bucciaglia si sarebbe recato alla Stazione carabinieri di Pignataro Maggiore per denunciare ripetute minacce da parte di persone sconosciute. E' quanto si apprende da una fonte solitamente molto bene informata sulla vicenda di Giuseppe Bucciaglia, il dipendente comunale dalle cui denunce era partita l'inchiesta a carico del sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca (capogruppo di An al Consiglio provinciale), indagato per corruzione, due episodi di violazione della legge elettorale e falso. Secondo la nostra fonte, Giuseppe Bucciaglia si sarebbe recato dai carabinieri il 20 gennaio 2008, dopo che – è la denuncia del dipendente comunale - fin dal 17 gennaio 2008 persone a bordo di motociclette e con il casco lo avrebbero avvicinato mentre circolava per le strade della città dell'Agro caleno dicendogli una frase minacciosa: “Se non togli la denuncia al sindaco, ti ammazziamo tutta la famiglia”. Sempre secondo la nostra fonte, Giuseppe Bucciaglia non avrebbe saputo fornire nessun altro elemento agli investigatori dell'Arma dei carabinieri perché le persone che – a suo dire – lo avrebbero minacciato erano rese irriconoscibili dai caschi; inoltre, le motociclette avrebbero avuto le targhe coperte. Se confermato dalle indagini delle forze dell'ordine e della magistratura, si tratterebbe di un fatto gravissimo; una intimidazione che non poco avrebbe potuto contribuire a rendere senza via d'uscita la disperazione di Giuseppe Bucciaglia, morto per coincidenza del destino il giorno dopo quel 4 febbraio 2008, data fissata per lo sgombero dall'appartamento dell'Istituto autonomo case popolari con attrezzature per disabili che aveva occupato in via Rabin. La nostra fonte aggiunge un ultimo dettaglio: Giuseppe Bucciaglia avrebbe parlato delle ripetute minacce con la moglie, ma sarebbe stato sentito anche dalla figlia quattordicenne che frequenta la scuola in un'altra località. E da allora la figlia di Giuseppe Bucciaglia avrebbe avuto paura di allontanarsi da casa. Fin qui la denuncia di Bucciaglia come riferitaci dalla nostra fonte. Ora i carabinieri di Pignataro Maggiore sono al lavoro per trovare eventuali riscontri alle parole di Giuseppe Bucciaglia. Ecco una sintesi del “caso Bucciaglia”. Era il grande accusatore del sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca, capogruppo di An al Consiglio provinciale, l'uomo che è morto il 5 febbraio 2008 dopo che il 29 gennaio 2008 aveva deciso di uccidersi dandosi fuoco. Ricoverato in ospedale per le ustioni riportate, il dipendente comunale Giuseppe Bucciaglia apparve subito in gravissime condizioni. Notissima la vicenda giudiziaria nata dalle denunce di Giuseppe Bucciaglia. Proprio in questi giorni si erano concluse le indagini preliminari del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottor Luigi Landolfi, per il cosiddetto “caso Bucciaglia” a carico del sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, accusato di corruzione, violazione della legge elettorale e falso. Ricevuto l'avviso, Magliocca - assistito dall'avvocato Filippo Trofino – aveva venti giorni per far sentire le proprie ragioni con un nuovo interrogatorio o presentando memorie difensive; ora il pubblico ministero potrà chiedere o l'archiviazione delle accuse o il processo a carico del sindaco. Giorgio Magliocca è indagato perché in concorso con il dipendente comunale Giuseppe Bucciaglia, con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, in qualità di sindaco del Comune di Pignataro Maggiore riceveva dallo stesso Bucciaglia la somma di cinquemila Euro, dopo aver compiuto atti contrari ai doveri di ufficio consistiti nel consentire al dipendente comunale di occupare abusivamente l'alloggio di proprietà dello Iacp con attrezzatura per disabili sito alla via Rabin, alloggio fatto completare a spese del Comune mentre era giù occupato abusivamente da Giuseppe Bucciaglia. Fatti del marzo 2003. Come si ricorderà, quando si diffuse la notizia delle indagini Giorgio Magliocca fece sapere a mezzo stampa di essere convinto della immediata archiviazione del “caso”. Da allora, però, dopo un drammatico confronto con Giuseppe Bucciaglia e altre denunce del dipendente comunale, all'originaria accusa di corruzione si sono aggiunti altri tre siluri all'indirizzo del sindaco. E così il pubblico ministero ha contestato a Magliocca pure due casi di violazione della legge elettorale e il reato di falso. Con riferimento al maggio 2005, Magliocca è indagato perché in qualità di candidato alla carica di consigliere provinciale, per ottenere a proprio vantaggio il voto elettorale del dipendente comunale, prometteva allo stesso Giuseppe Bucciaglia utilità consistita nel consentirgli di continuare ad occupare abusivamente l'alloggio dell'Iacp. Relativamente al maggio del 2006, Giorgio Magliocca è indagato perché in qualità di candidato alla carica di sindaco di Pignataro Maggiore, per ottenere a proprio ed altrui vantaggio il voto elettorale di Giuseppe Bucciaglia alla sua lista, prometteva al dipendente comunale utilità consistita nel consentirgli di continuare ad occupare abusivamente l'alloggio di proprietà dell'Iacp. Il riferimento ad un vantaggio “altrui” potrebbe riguardare la preferenza che Giuseppe Bucciaglia espresse – disse il dipendente comunale in una sua denuncia – a favore di uno dei candidati della lista del centrodestra, “Alleanza civica per le libertà”, Pietro Ricciardi (che non fu eletto). Va detto che in nessun modo Pietro Ricciardi – recentemente nominato da Magliocca nel consiglio d'amministrazione dell'azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, “Patrimonio Pignataro srl” - risulta coinvolto nell'inchiesta per il “caso Bucciglia”. Il dipendente comunale denunciante, infatti, dichiarò al magistrato che ogni responsabilità è da attribuire all'attuale sindaco e che Pietro Ricciardi (molto conosciuto perché è editore della testata giornalistica online www.comunedipignataro.it) era all'oscuro della promessa elettorale. Secondo quanto è stato possibile apprendere, Giuseppe Bucciaglia avrebbe consegnato al pubblico ministero una fotografia con la scheda votata e recante la scritta con la preferenza “Ricciardi”. Poi c'è l'accusa di falso, per fatti del 22 maggio 2006. Magliocca è indagato per aver firmato un mandato ad litem a margine del ricorso nella forma di motivi aggiunti nell'interesse di Giuseppe Bucciaglia, contraffatto in ogni sua parte, depositato al Tribunale amministrativo regionale della Campania di Napoli. Gli accertamenti su quest'ultima vicenda sono stati fatti il 18 dicembre 2007. Anche Giuseppe Bucciaglia attendeva le decisioni del pubblico ministero – richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio – sia quale denunciante sia perché è a sua volta indagato. Il dipendente comunale – assistito dall'avvocato Pietro Romano – era indagato perché in concorso con Giorgio Magliocca, con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi consegnava a Giorgio Magliocca quale sindaco di Pignataro Maggiore la somma di cinquemila Euro dopo che questi aveva compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio consistiti nel consentire allo stesso Giuseppe Bucciaglia di occupare abusivamente l'alloggio di proprietà dello Iacp con attrezzatura per disabili sito alla via Rabin, alloggio fatto completare a spese del Comune, mentre lo stesso era già occupato abusivamente da Bucciaglia. Fin qui la vicenda giudiziaria. Nei giorni scorsi il sindaco aveva inviato una nota a Giuseppe Bucciaglia rilevando che il 4 febbraio 2008 sarebbe scaduto il termine per rilasciare “l'alloggio occupato abusivamente sito in via Rabin di questo Comune, in mancanza si provvederà all'esecuzione dell'ordinanza sindacale numero 99 del 3 luglio 2007”, cioè allo sgombero coatto. Ed è cronaca di questi ultimi giorni il gesto disperato di Giuseppe Bucciaglia; e poi la straziante agonia. Il destino ha voluto che Giuseppe Bucciaglia morisse il 5 febbraio 2008, il giorno successivo a quello indicato nella lettera del sindaco per lo sgombero del dipendente comunale e della sua famiglia.
*Giornalista di casertaoggi
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